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LENTI A SUPPORTO ACCOMODATIVO

In media guardiamo gli schermi dei nostri smartphone, tablet o pc per almeno cinque ore ogni giorno. DAD e smartworking, le due modalità di lavoro e studio che ormai ci riguardano da Marzo 2020, hanno certamente contribuito a cambiare il modo di usare i nostri occhi, che sono sempre più costretti a mettere a fuoco diverse distanze. Infatti, è proprio a queste distanze che i nostri occhi sono costretti a lavorare.

Perché parliamo di lavoro degli occhi?

I nostri occhi non sono sempre al lavoro.

Quando guardiamo da vicino infatti, si attivano dei muscoli, quelli extraoculari per far convergere gli occhi quando guardiamo verso il foglio o il computer, e quello ciliare che agisce sulla lente naturale che mette a fuoco, il cristallino. Qui un breve video dove si mostra questo processo, ovvero l’accomodazione

 

Questo processo richiede uno sforzo, che mettiamo in atto tutte le volte che guardiamo da vicino, dai 30 centimetri a 1 metro circa, quindi durante le attività come

  • la lettura
  • lo studio
  • il lavoro

sia sui libri, che sui tablet o gli smartphone.

LENTI A SUPPORTO ACCOMODATIVO, MESSA A FUOCO, ACCOMODAZIONE

Se immaginiamo di mettere in atto questo meccanismo per più di 5-6 ore al giorno, anche in assenza di difetti visivi o di problematiche nel mettere a fuoco, possono insorgere fastidi agli occhi come:

  • affaticamento
  • stanchezza
  • arrossamento
  • bruciore
  • mal di testa nelle zone della fronte e delle tempie.

Ecco i passi importanti da fare per migliorare il lavoro dei nostri occhi.

É IMPORTANTE EFFETTUARE UN ESAME DELLA VISTA COMPLETO

Come prima cosa è fondamentale capire se ci sono problemi o difetti visivi (che differenza c’è?), effettuando un esame della vista completo, che valuti non solo quanto si vede da lontano e da vicino in termini di decimi, ma anche come si vede, come lavorano i due occhi insieme, qual è il loro grado di collaborazione e infine il loro allineamento.

Oltre ad individuare gli eventuali difetti visivi si valuta anche la capacità nel mettere a fuoco da vicino, ovvero l’accomodazione, cercando di simulare le abitudini lavorative, in termini di spazi, distanze, tipologia di device utilizzati etc.

SCEGLIERE LE LENTI GIUSTE

In presenza di difficoltà nel mettere a fuoco, oltre all’eventuale presenza di difetti visivi (soprattutto ipermetropia e astigmatismo), è consigliabile l’utilizzo di occhiali o lenti a contatto con supporto accomodativo. Diverse aziende hanno sviluppato lenti che supportano la messa a fuoco, ovvero che supportano il lavoro del muscolo ciliare: nella parte più bassa della lente, quella che si utilizza per leggere e per guarda le distanze intermedio-vicine, il potere è più positivo (ovvero meno forte nei casi miopia, più forte nei casi di ipermetropia o per astigmatismo puro). Esteticamente non differiscono dalle classiche lenti oftalmiche: nella parte bassa, infatti, non presentano linee o lunette. Sono adatte a tutti quei soggetti con difficoltà nel mettere a fuoco, dai bambini o ragazzi con ridotta capacità accomodativa agli adulti che entrano in età di presbiopia.

 

Lenti a supporto accomodativo “Relax” di Ital-Lenti

Inoltre è stato dimostrato¹ ² ³ che la risposta ad un prolungato lavoro da vicino potrebbe indurre ad un allungamento del bulbo oculare e quindi ad un aumento della miopia (leggi qui le altre cause della miopia).

Le lenti con supporto accomodativo, migliorando la risposta dell’accomodazione durante il lavoro da vicino, sarebbero anche consigliate in tutti i giovani miopi che hanno la tendenza a peggiorare continuamente.

Questa tecnologia potrebbe essere utilizzata anche dai giovani presbiti, perché, superati i 40 anni, potrebbero iniziare, per cause fisiologiche, ad avere difficoltà durate le attività prossimali, ma non vogliono utilizzare lenti progressive o multifocali,

INFINE ADOTTARE BUONE ABITUDINI

Indipendentemente dalla presenza di difetti visivi e dall’utilizzo di lenti a supporto accomodativo. ci sono delle buone regole che possono essere seguite e che migliorano la messa a fuoco. Tra queste troviamo:

  • fare delle pause: seguire la regola americana del 20-20-20 (ovvero ogni 20 minuti, guardare per 20 secondi oltre i 20 piedi, ovvero oltre i 6 metri); ciò si può tradurre nel guardare a distanze lunghe (ad esempio, fuori dalla finestra) ogni ora per pochi minuti
  • utilizzare una buona illuminazione, utilizzando anche una lampada locale oltre a quella generale della stanza; diminuire il contrasto tra gli schermi e l’illuminazione ambientale (es. non utilizzare lo smartphone in una stanza completamente buia)
  • mantenere una buona distanza dal foglio mentre si studia, si legge e si scrive: la distanza ideale è quella che va dal gomito alla seconda falange del dito medio 
  • trascorrere più ore all’aria aperta (ideale: 2 ore al giorno)
  1.  

Spesso, vedere bene non equivale a fare lavorare bene i nostri occhi: per comprendere come lavorano i tuoi occhi, non solo quanto vedono, rivolgiti ad un ottico optometrista che ti guiderà non solo nella scelta delle lenti adeguate ma farà una valutazione completa del tuo sistema visivo. 

 

Referenze:

1 Gwiazda, J., Bauer, J., Thorn, F. & Held, R. A dynamic relationship between myopia and blur-driven accommodation in school-aged children. Vision Res. 35, 1299–1304 (1995).

2 Abbott, M. L., Schmid, K. L. & Strang, N. C. Differences in the accommodation stimulus response curves of adult myopes and emmetropes. Ophthal. Physiol. Opt. 18, 13–20 (1998).

3 Gwiazda, J., Thorn, F. & Held, R. Accommodation, accommodative convergence, and response AC/A ratios before and at the onset of myopia in children. Optom. Vis. Sci. 82, 273–278 (2005).

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