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Decimi e diottrie: che differenza c’è

Oggi vorrei chiarire un aspetto sul quale si fa molta confusione, ovvero la differenza tra quanto vedo e quante diottrie ho/mi mancano. Quando effettuate un esame della vista il professionista indicherà
  • quanto vedete, ovvero il visus
  • quante diottrie vi mancano, ovvero la misura del difetto visivo.
Queste due misure non sono per niente correlate: vediamo il perché.

Visus: quanto vediamo da 1 a 10?

Il visus, o acuità visiva o acutezza visiva (a.v.), è la misura, convenzionalmente espressa in decimi, di quale dimensione dei vari caratteri riuscite a vedere ad una determinata distanza. Questa misura viene effettuata
  • sia monocularmente, ovvero un occhio per volta, indicata con DX o OD per occhio destro e SX o OS per il sinistro),
  • che binocularmente, ovvero con entrambi gli occhi, indicata con OO oppure OU
  • per lontano, da 3 a 5 metri
  • per vicino, a 40 cm in genere
e può essere rilevata
  • con la correzione ( “visus corretto” o “cc”) , ovvero con occhiali o lenti a contatto,
  • o senza correzione ( “visus naturale” o “sc”)
Il valore del visus considerato “normale”, anche se puramente indicativo, è pari a 10/10 (dieci decimi), infatti si misurano acuità visive di 12/10 e addirittura 15/10; inoltre, anche se un soggetto non possiede i 10/10 non è detto non possa svolgere le normali attività lavorative e sociali. Nello specifico, secondo la definizione di Snellen, vedere 10/10 corrisponde a riconoscere un carattere quando esso sottende un angolo di 5 minuti d’arco. I decimi sono l’unità di misura per il visus più diffusa in Italia mentre all’estero vengono utilizzati i ventesimi o i sesti in base a quale unità di misura viene utilizzata, metri o piedi. In alcuni casi, si utilizzano frazioni al cui denominatore è presente un numero più alto (come 2/50) ma si possono trasformare normalmente in decimi, “semplificando” matematicamente la frazione, (2/20 = 1/10) oppure eseguendo la divisione ( 2/20 = 0,10 = 1/10). angolo acutezza visiva Gli ottotipi creati da Snellen possono essere inscritti in una griglia di 5×5 i cui singoli tratti compongono le diverse lettere. Normalmente le lettere da leggere sono distribuite in righe di 5: si inizia a leggere le lettere più grandi, corrispondenti a 1/10 o 2/10 e si prosegue con la lettura delle lettere più piccole. La riga viene considerata “letta” quando il soggetto riconosce almeno 3 caratteri su 5. Se il soggetto legge una lettera in più o in meno rispetto alla riga indicata, verrà segnalato con un “+” o un “-” vicino alla frazione, e vi saranno tanti “+” quante lettere sono state lette della riga successiva e tanti “-” quante sono le lettere errate della riga stessa (ad esempio, con 3/10++ significa che è stata correttamente letta la riga dei 3 decimi ed anche 2 lettere dei 4/10 mentre 5/10– significa che il soggetto è riuscito a leggere solo 3 lettere dei 5 decimi) Anche se le lettere sono i caratteri più diffusi, per la misurazione del visus vengono utilizzati anche:
  • numeri (più difficili da riconoscere rispetto alle lettere)
  • C di Landolt
  • “E” con differente orientamento
  • simboli (tipo LEA) per facilitare i bambini che non sanno ancora leggere

diottrie: misurano il grado del difetto visivo

La diottria (D o dt), invece, è la misura del difetto visivo, o meglio della lente che consente di vedere a fuoco quando è presente un difetto visivo. Il potere totale di un occhio senza difetti visivi è pari a circa 60 D. Se esiste un difetto visivo allora il potere totale dell’occhio sarà o minore di 60D, come nel caso degli ipermetropi e/o presbiti, o maggiore di 60 D come nel caso dei miopi. Diremi mancano 2 diottrie” può essere fuorviante: la diottria, e quindi il potere delle lenti che correggerebbero il difetto visivo, può essere positivo o negativo. L’ipermetropia e la presbiopia vengono indicati con il segno “+”, mentre la miopia con il “-“. Quindi se su una ricetta è indicato “+2D” per l’occhio destro, significa che quell’occhio è ipermetrope di 2 D quindi vedrà a fuoco con una lente positiva di 2 D; se invece è indicato “-5 D” significa che quell’occhio è miope di 5 D. A seconda del sistema utilizzato nella prescrizione delle lenti, l’astigmatismo può essere indicato con il segno positivo o quello negativo. Per approfondimenti sulla lettura della ricetta vi rimando a questo articolo. In definitiva i due concetti sono diversi e non collegati: a prescindere da quante diottrie hanno in totale i nostri occhi, essi possono riconoscere i 10 decimi, oppure i 6 decimi o i 12 decimi e così via. Non è detto che più è alto il difetto visivo e meno decimi legge una persona. Ad esempio, un miope di 12D corretto con lenti o occhiali potrebbe essere in grado di leggere i 10/10 mentre un miope di 3D potrebbe arrivare solo agli 8 decimi. È per questo motivo che è fondamentale precisare se il visus misurato riportato sulla ricetta è rilevato con o senza correzione.

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